15 marzo 2013

Pensieri

E' il secondo giorno che vado a passeggiare lungo l'Hudson.
Anche ieri ci sono stato ma ero in compagnia. Oggi invece ho deciso di ritornarci da solo, o almeno senza altre presenze umane.
A dire il vero è la mia cavalla che mi ha condotto in quella direzione, ma a me piace pensare che la decisione finale sia stata la mia.
Mi sono seduto lungo l'argine e mi son tolto le scarpe, sporche e puzzolenti dopo ore passate a lavorare. Ho allungato le gambe verso l'acqua del ruscello e ho messo i piedi a mollo.
Non c'è voluto molto perchè, nonostante fossero immersi solo i piedi, una sensazione di freddo mi attanagliasse per intero costringendo il mio corpo a tremare per produrre quel calore di cui al momento aveva bisogno. Una mossa stupida forse, bagnarmi, data la non proprio estiva temperatura e la ancor meno mite temperatura dell'acqua. Ma mi ha fatto sentire vivo.
Per la prima volta dopo giorni mi sono ritagliato del tempo per me. Purtroppo ero accompagnato dai miei due animali. Ma almeno sembrava che non avessero voglia di rompere le scatole, per una volta. Athena infatti si era allontanata di qualche decina di metri, rovistando nel terreno alla ricerca di qualcosa di commestibile. 
Moccio-al-naso invece, quella scimmia che in un momento di debolezza (di estrema debolezza oserei dire) ho voluto comprare, era a pochi passi alla mia destra che ronfava tranquillamente. E considerato il casino che fa generalmente di notte non c'è da meravigliarsi che durante il giorno abbia bisogno di dormire. Tuttavia tende a riposare quando io sono impegnato in qualche lavoretto, per cui ha la capacità di rovinarmi tutti i momenti di pausa scassando le scatole. Ma è una scimmia, e forse non me la dovrei prendere così. 
Mi sono steso all'indietro, ritirando i piedi fuori dall'acqua e ho guardato il cielo. Cielo che dopo giorni finalmente è tornato ad essere libero da nubi.
Mi perdo pian piano nei miei pensieri.

Questo è quello che oggi mi sarebbe piaciuto fare. Invece, mentre scrivo, mi trovo disteso sul mio letto, a fissare null'altro che un soffitto che avrebbe probabilmente bisogno di una sistemata.
E' però vero che mi sto perdendo nei miei pensieri.
Eithan è stato ferito. E io dove ero quando un compagno aveva bisogno di aiuto? Forse in qualche taverna a bere, non ricordo. E mentre io scolavo bicchieri di rum, qualcuno stava per morire.
A questo penso, qui disteso. 
Penso che fosse una fortuna che qualche altro medico abbia risposto alla chiamata di aiuto. 
Penso che sono una persona inaffidabile.
Penso che non è giusto aver dei compagni se poi non sono in grado di garantirne la sopravvivenza. Non sono responsabile se decidono di farsi accoltellare, ma lo sono una volta che sono stati feriti. Allora dovrei entrare in gioco io...
Mi sento inutile, al momento. Quando servivo, non c'ero. E in futuro, se servisse ancora il mio aiuto, ci sarò?

Forse la mia strada non è questa. Non è esserci per salvare la vita a chi ancora ne dovrebbe avere una lunga davanti.
Forse sono più fatto per aiutare chi invece non ha la speranza di arrivare ai 30 anni. Chi può morire oggi come domani. In quel caso, se non dovessi essere reperibile, non mi si potrà incolpare di quella morte.

Sono inaffidabile.
E adesso ho bisogno di bere.

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Sta bene, ho controllato.
E seppur non lo dimostri, ora sto meglio anche io.


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